Celebrazione del 1° Maggio Abruzzese
Posted on 1 maggio 2017
Anche oggi P.D.P. ha perso l’occasione di non scrivere cazzate.. 😛
Ed io faccio altrettanto nel riportarle qui sul mio Blog … perché in fondo nella vita… non bisogna mai prendersi troppo sul serio ! Oppure No ?
Eccolo dunque il 1 maggio da celebrare. Anche in Abruzzo.
Da queste parti la “festa” dei lavoratori la si onora ignorando per lo più eventi cittadini come concerti e incontri tematici presso sale di conversazione ma ci si appresta più concretamente a una lunga giornata di lavoro di squadra che coinvolge parenti e amici.
All’alba si smontano i sedili posteriori delle auto ricavando semifurgonati in cui caricare, in ordine metodico:
1) fornacella con i sacchi di carbone;
2) una o due pecore trasformate in arrosticini i cui ceppitelli sono visibili in un disegno geometrico commovente;
3) mezzo maiale da tagliare con il set di coltelli professionali (l’ascia);
4) la teglia di lasagna già sporzionata;
5) i barattoli contenenti i sott’olio sopravvissuti al consumo invernale;
6) la soppressata;
7) la ventricina di Guilmi;
8) una decina di kg di pane;
9) la cofana (bacinella) d’insalata di pomodori rinforzata con cipolla autoctona;
10) frutta di stagione possibilmente a monoblocco (cocomero/melone).
Nel resto d’Italia (in prevalenza quella del nord), la scelta di traslocare in campagna per un giorno prevede il “pic-nic” con copertina da stendere sul prato e cestino con tristissimi tramezzini al tonno, da noi si chiama CIOCELLETTA ed è un’attività che si tramanda di generazione in generazione.
Il rituale prevede anche l’intrattenimento musicale, ben lontano dal chitarrista fenomeno bravo e intonato che celebra i capolavori di Mogol. Da noi la chitarra è un’altra cosa. La si suona col sugo di castrato.
Le nostre ugole temerarie intonano piuttosto un VOLA VOLA o un ciuffile di zi’ Nicole, accompagnati da strumenti improvvisati come le graticole ancora unte e battimano ritmati (anche questi parecchio unti).
Così le campagne si ripopolando al suono del folklore e al profumo delle grigliate, tra una coltivazione e l’altra di pannelli solari che sono decisamente più indigesti di zucchine e cavoli.
Insomma, che sia la festa dei lavoratori o pasquetta o la liberazione o vattelapescaché, ogni scusa è buona per radunarsi in un conviviale festoso e godereccio.
Un inno alla vita migliore ne abbiamo?
Fonte: P.D.P. – Appetibilis
Dalla Mia passione per la Pizza …
…all’Amore per la Terra d’Abruzzo!
Nicola SALVATORE.
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