COSA DEVI ASSOLUTAMENTE SAPERE PER NON FAR NAUFRAGARE IL TUO RISTORANTE / PIZZERIA COME IL TITANIC
Posted on 4 maggio 2018
State pensando di aprire un ristorante o una pizzeria ?
Ok, non voglio fare il menagramo, ma voglio dirvi subito che c’è il 27 per cento di probabilità che fra meno di due anni vi ritroviate a chiudere bottega.
Non sono dati che tiro io fuori dal cappello da schief, ma quelli raccolti dalla Fipe-Confcommercio e citati dal Corriere della Sera, che un po di tempo fa, ha fatto un interessante punto della situazione sullo stato dell’arte dei giovani italiani che aprono bar e ristoranti.
Che pure ce la mettono tutta, la buona volontà: nei primi tre trimestri del 2014 bar e ristoranti sono spuntati come funghi, basti pensare che a Milano hanno aperto 679 esercizi, a Roma 687 e a Torino 576, circa due al giorno.
La ristorazione attira soprattutto le nuove leve: in base ai dati, nei primi nove mesi del 2014 circa 5500 giovani con meno di 35 anni di età avrebbe aperto un bar, un ristorante o un take away nelle principali province italiane.
Senza però essere capaci di fare i conti con l’oste, ovvero con loro stessi.
Forse un po’ costretti a inventarsi il lavoro, forse ispirati dalla creatività oggi attribuita a tali generi di attività, forse attratti dall’idea che sia semplice gestire un bar e un ristorante/pizzeria, ecco che si lanciano, tanto per inventarsi due cocktail o spadellare in cucina e fare una pizza non ci va molto… giusto?
Sbagliato: più di uno su quattro è destinato a chiudere entro due anni, percentuale che sale sempre di più nel caso degli under 35.
Insomma, non siamo nati tutti imprenditori, soprattutto non tutti si dimostrano all’altezza; dopo aver speso una media di 125 mila euro per aprire un ristorante/pizzeria (800/850 euro al metro quadro) o 56 mila euro per un bar (700 euro al metro quadro o poco meno per una pizzeria al taglio e da asporto), alcuni giovani imprenditori prendono il timone della loro start-up gastronomica senza trovare però la via verso il successo.
Una delle cause principali di fallimento – come sostenuto dalla stessa Fipe – è la mancanza di un progetto reale che sappia dare credito alla propria attività, quello che viene chiamato concept, ma che altro non è che l’identità di un locale, che va poi a definire il target di riferimento e l’offerta commerciale.
Molti navigano invece a vista, senza un rotta ben precisa, finendo poi contro l’immancabile iceberg delle dura realtà.
Per avere successo non basta la voglia di fare e di impegnarsi, serve anche un’idea vincente e un chiaro progetto imprenditoriale, cosa che spesso manca ai giovani, entusiasti sì, ma incapaci di farsi due conti a lungo termine.
Un altro passo falso è quello di sottovalutare i costi: non solo gli esosi costi di investimento per aprire il locale – spesso sostenuti da quello che è diventato l’unico vero modello di welfare del nostro Paese, ovvero nonni e genitori – ma anche i successivi costi di mantenimento, nonché quelli relativi a personale qualificato e specializzato, necessario dopo essersi resi conto che “inventarsi due cocktail o spadellare in cucina” non è poi così semplice una volta che ci si ritrova dall’altra parte del bancone.
I costi per un cameriere possono superare tranquillamente i 1200 euro, quelli per uno chef o un pizzaiolo in gamba va dai 2000 ai 4000 mila euro, cui si aggiungono le tasse imposte dal Bel Paese, fra cui la Tari, ormai divenuta un salasso per gli esercizi commerciali.
Costi che si abbassano sensibilmente per un imprenditore straniero, che solitamente è in grado di trovare manodopera famigliare o a prezzi molto più bassi rispetto al costo medio di un lavoratore italiano.
Così, alla fine, nonostante entusiasmo, voglia di fare, di investire e di darci dentro, il saldo complessivo è spesso negativo e sono più gli esercizi che chiudono rispetto a quelli che aprono.
Fonte: Corriere, Dario Di Vico
E non finisce quì … tanti altri consigli utili potrete trovarli in alcuni miei precedenti articoli dove affronto l’argomento sotto diversi altri aspetti, che si ricollegano pienamnete a quelli già citati sopra.
– COME APRIRE UNA PIZZERIA
– Vuoi aprire una Pizzeria al Taglio e da Asporto e non sai come e cosa fare ? Scopriamo insieme le diverse modalità e soluzioni !
– 3° STEP DEL PIZZAIOLO (1a parte). APRIRE UNA PIZZERIA – 5 PREZIOSI CONSIGLI PER NON CHIUDERLA SUBITO
Quì un mio video sul tema …in cui provo a darti 5 Consigli pratrici + qualche suggerimento .
Perchè sono veramente diverse le cose da fare e da sapere (magari prima), di aprire una Pizzeria … …tra queste, ovviamente; saper fare la PIZZA (che non significa necessariamente saper fare il Pizzaiolo, seppur non bisogna al contempo escluderlo, ma come vedremo meglio più in là, è comunque una cosa abbastanza diversa), e sicuramente rappresenta il *primo step a mio avviso molto importante se si vuole avviare e gestire con successo un’attività in questo settore…
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