COSA NON FARE MAI IN PIZZERIA – Istruzioni d’uso per i Sig.ri Clienti; come avere quasi sempre ragione !
Posted on 8 settembre 2017
L’estate è ormai quasi alle porte, per lo meno il bel tempo che ci invogliava a mangiare all’aperto, dove ci si muove con maggiore libertà in aree appositamente allestite. Eccoci quindi costretti a mangiare le nostre beneamate pizze di nuovo all’interno di locali, magari anche carini, ma con spazi probabilmente meno generosi.
Con piacere riporto quindi questo decalogo a firma di Walter Farnetti comparso sul web magazine AGRODOLCE , e che condivido in gran parte, nel quale potrete trovare ottimi consigli per gioire al meglio di una buona pizza, all’interno di una pizzeria.
L’Italia deve forse alla sua monarchia una sola grande opera: la pizza margherita, arricchita con la mozzarella e così denominata per omaggio alla regina Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia (che come nome sarebbe risultato comunque troppo lungo). FANTASMI ORRIBILI SI AGGIRANO ANCHE NEL POSTO CALDO E RINCUORANTE CHE CHIAMIAMO PIZZERIA.
La pizza è un esempio classico di sintesi, è un monumento alla genuinità e alla bellezza; alcuni di noi la mangerebbero sempre, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Stime ufficiali ne attestano il consumo a più di tre miliardi l’anno. È un dato che accetto, considerando che almeno la metà sono mie. Ho sognato un mondo in cui tutte le pizze erano buone, tutti i clienti perfetti, tutti gli amici saggi.
Ma il mondo è un posto subdolo, la gente è strana: fantasmi orribili si aggirano anche lì, nel posto caldo e rincuorante che chiamiamo pizzeria. Non si tratta qui di analizzare colpe e dissidi interiori dei pizzaioli (una volta ne ho visto uno starnutirsi con candida naturalezza sui palmi aperti, prima di riprendere a mescolare), né dei proprietari (alla prossima foto di Totò con gli spaghetti, comincio a mangiare solo ucraino); non tratteremo dei camerieri (“Scusi, mi porta un coltello?” “Certo”; ma è invece inghiottito da labirinti di nebbia come in un film di David Lynch e tu non lo vedi mai più fino al conto).
Oggi si tratta di guardare il mostro in faccia e prenderci le nostre responsabilità. Siamo noi che andiamo a mangiare la pizza; e noi possiamo commettere epic fail imperdonabili. Eccone 10 da scrivere sulle tavole della legge.
-
1 – Esagerare coi fritti. Fritto, si sa, è bello. Cominciare una serata in pizzeria con un supplì bollente, una crocchetta croccante o qualche sfiziosa oliva ascolana, è poco coerente ma meraviglioso. Come insegnano tutti i buoni manuali di marketing ispirati a Flavio Briatore, dovete però mantenere la concentrazione sull’obbiettivo: siete qui per la pizza. Se ordinate 6 porzioni di gran fritto misto, 3 bruschette e un piatto di fagioli con le cotiche, vi succederà quello che succede ai mariti al supermercato: volevate solo comprare una mozzarella e uscite di lì con 2 sdraio, un ventilatore, la lettiera per il gatto, 8 buste della spesa e una nuova assicurazione sulla vita. La pizza è la vostra mission, non fatevi distrarre.
-
2 – Dire: “Vi aspetto”. Per qualche iniqua alchimia, tu che sei sempre l’ultimo in tutto, dalle promozioni sul lavoro fino al turno al bancone del pesce, in pizzeria vieni servito per primo; calda e fumante, la tua pizza è l’unica che arriva al tavolo. Attorno a te si scatena immediatamente il più tipico scenario da post-apocalisse zombie, con classiche ipersalivazioni e pupille dilatate all’infinito. E tu che hai fatto il catechismo, timidamente, dici: “Vi aspetto; aspetto che arrivino anche le vostre”. Male. Mangi una pizza ghiacciata e di gomma, dopo aver aspirato per un lungo, tetro momento gli odori caldi più buoni del mondo.
-
3 – Dire: “Volete assaggiare?” L’unico evento più funesto di quello descritto al punto 2, è questo sviscerato con dolore al punto 3. Non solo hai fatto catechismo, ma hai seguito anche i corsi prematrimoniali; di base, sei uno che porge l’altra guancia. Quando arriva la tua pizza e attorno a te esplode la fame più nera, con la consueta timidezza proponi: “Volete assaggiare?”. In pochi possono raccontare come va a finire, perché tutte le braccia si allungano come quelle dell’ispettore Gadget, le dita diventano artigli, la confusione innesta un vortice in cui ti smarrisci. Al risveglio, il vento ha spazzato via tutto: esisti solo tu e le tue amare disillusioni.
-
4 – Non fare attenzione a chi dice: “Facciamo a metà?” Una pubblicità della pasta diceva che gli amici sono i fratelli che ti scegli; spesso, lo sappiamo, la nostra capacità di giudizio è annebbiata assai. In pizzeria si evitino i logorroici, i lamentosi, quelli che devono assolutamente raccontarti l’ultimo aneddoto del lavoro. Ma soprattutto girare alla larga da coloro che vogliono condividere. Il famoso “Facciamo a metà?” (detto, tra l’altro, con un entusiasmo del tutto fuorviante) è ammissibile solo se avete fiducia cieca nell’altro. Di solito, gli ardimentosi tirchi mirano esclusivamente a prendere le due metà più grandi o quelle meno bruciate. Aprite gli occhi: è una truffa.
-
5 – Non escludere adeguatamente chi ordina la bistecca. C’è sempre un simpatico burlone che in pizzeria ordina la bistecca. Tutti i commensali, all’inizio, ridono imbarazzati, bollandola come l’ennesima battuta senza costrutto del simpatico burlone. Invece lui vuole davvero la bistecca, in pizzeria; nella pizzeria per cui hai scartabellato 17 pagine di commenti di Tripadvisor, sorbendoti tutta la posta del cuore di recensioni che dicono “la pizza qui è buonissima, mio marito ne mangerebbe anche due”. Scordatevi la libertà di pensiero e tutte le favolette sul libero arbitrio: sulla pizza non si scherza. In pizzeria si ordina la pizza; a Napoli non si chiede la pizza bassa; a Roma non si chiede quella alta: stop.
-
6 – Non avere ritegno con i condimenti. L’autore di questo prezioso decalogo ha una volta ordinato pizza margherita con sopra spaghetti alla carbonara; ne ha goduto, ma se ne vergogna. Tuttavia, l’autore suddetto ha avuto la premura di farlo a Velletri, cioè in un luogo ragionevolmente lontano dalla Capitale in cui nessuno poteva riconoscerlo. Nel vostro paese, salvate le apparenze: margherita, marinara, quando proprio volete osare quattro stagioni; wurstel e patatine riservateli per le consegne a domicilio (che ritirerete in passamontagna e gusterete nel segreto della vostra abitazione); per ananas e gamberetti abbiate almeno il buon gusto di fingervi stranieri.
-
7 – Lasciare la pizza. Il fatto che Forum non se ne occupi non lo rende meno grave: lasciare la pizza è un peccato che non ha rimedio. Febbre, disgusto per la vita, sonno e fretta, non forniscono alibi efficaci: la pizza si finisce. Sempre. Adesso osservate i vostri sfortunati piatti e guardate quel cumulo di croste, carciofini, porzioni intere di pizza e non assolvetevi: avete fallito.
-
8 – Esagerare con i cambiamenti. I cambiamenti movimentano la vita, fanno crescere, stimolano a perfezionarsi e via discorrendo con tutte le rubriche settimanali di Francesco Alberoni. Ma quando una ragazza, sebbene molto carina, comincia a seviziare il cameriere (“Allora vorrei una Capricciosa a forma di stella; al posto del prosciutto si può avere il salame di cervo? Al posto delle olive si possono mettere delle nespole cinesi? Invece del…”), abbiate pietà del mondo. Alzatevi, cambiate tavolo, compagnia, identità e cominciate a mangiare con gente sana di mente.
-
9 – Usare le posate per mangiare la pizza. Ovviamente dovrete tagliare la pizza a spicchi, nessuno vi obbligherà a strapparla con le mani o piegarla a portafoglio per mangiarla intera. Una volta sbrigata la faccenda, per favore, riponete le posate a lato del piatto e usate le mani che i vostri genitori vi hanno donato. Piegate la fetta, portatela alla bocca senza piegarla, arrotolate la punta della fetta e mordete, come preferite, ma non sacrificate la pizza tagliandola in quadratini minuscoli (e ormai freddi, giunti verso la fine).
-
10 – Lasciare spazio per il dolce. Non ne conosco personalmente, ma ho sentito parlare di gente che a inizio pasto dice: “Prendo una pizza piccola, così mi lascio il posto per il dolce”. No: alzatevi senza parlare, cambiate tavolo, compagnia, identità e cominciate a mangiare con gente sana di mente.
Altre cose ci sarebbero ovviamente da aggiungere, ma per il momento mi limito a riportare queste che sono già abbastanza emblematiche, magari in seguito riporterò un decalogo di tragicomiche castronerie che avvengono nelle pizzerie !
Nicola SALVATORE
Se vuoi sapere di più sull’argomento
o sui miei CORSI DA PIZZAIOLO compila il modulo di contatto
Se hai trovato l’articolo interessante ed hai piacere avere un contatto diretto con me:
metti “mi piace” sulla mia pagina Facebook,
(Copyright © 2017 – www.nicolasalvatore.com – Tutti i Diritti Riservati – Riproduzione Vietata)