Grano modificato e aumento dei casi di celiachia. C’è una correlazione?
Posted on 23 febbraio 2016
In pochi sono a conoscenza del fatto che la maggior parte della produzione mondiale di frumento (grano) riguarda la tipologia di grano detta “creso”.
La pasta che mangiamo ogni giorno proviene da una varietà di grano duro, il creso, ottenuto presso i laboratori del Centro della Casaccia di Roma (il più grande complesso dell’Enea) nel 1974.
Il creso e’ stato ottenuto da un incrocio tra una varietà messicana e una italiana, la Cappelli, la quale è stata precedentemente sottoposta a bombardamento con raggi X.
A causa del largo utilizzo dei fertilizzanti chimici, infatti, i fusti delle piante si sono progressivamente indeboliti fino ad arrivare ad “allettarsi” cioè a piegarsi a terra per azione del vento o della pioggia anche in caso di perturbazione meteorologica di modesta intensità.
Per rimediare al grave problema dell’allettamento, in questi ultimi decenni il frumento è stato quindi, per così dire, “nanizzato” attraverso la modificazione genetica.
Questa nuova varietà di frumento ha inoltre dimostrato una buona resistenza alle malattie e una risposta produttiva elevata, quasi doppia rispetto ad altre varietà.
Celiachia in forte aumento. Di chi è la colpa?
Il numero dei casi di celiachia tra gli italiani aumenta ogni anno e in maniera esponenziale, ma se si chiede quale sia la causa dell’intolleranza al glutine, i medici non sanno cosa rispondere.
Malattia che stando ai ritmi di crescita, potrebbe presto perdere anche l’etichetta di “rara”. Secondo il presidente dell’AIC, Adriano Pucci, infatti, mentre fino a pochi anni fa l’incidenza della celiachia era di un caso ogni 1.000/2.000 persone, oggi si viaggia a ritmi di 1 ogni 100/150 persone. Il problema è serio, anche per le complicazioni che la celiachia, se non curata, può dare agli intolleranti al glutine.
grano modificato causa la celiachiaDa qualche tempo, c’è chi ipotizza che l’aumento spropositato di casi di celiachia possa essere dovuta al frumento modificato geneticamente.
Tutto è nato dall’intuizione del prof. Luciano Pecchiai, libero docente in anatomia patologica, primario patologo emerito dell’ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” di Milano ed esperto di alimentazione e medicina naturale.
Il prof. Luciano Pecchiai hai infatti ipotizzato un nesso causa-effetto preciso tra modificazioni genetiche del frumento e celiachia.
Il prof. Pecchiai afferma infatti che la modificazione del frumento sia stata resa possibile attraverso l’alterazione di una sua proteina, la gliadina, alla base del malassorbimento del glutine nei celiaci.
In gergo scientifico si dice che dalla gliadina si ottiene, per digestione peptica-triptica, una sostanza chiamata frazione III di Frazer, a cui è dovuta l’infiammazione tipica dell’intestino di chi è affetto da morbo celiaco.
“È evidente” sostiene Pecchiai “la necessità di dimostrare scientificamente una differenza della composizione aminoacida della gliadina del frumento nanizzato, geneticamente modificato, rispetto al frumento originario. Quando questo fosse dimostrato, sarebbe ovvio eliminare la produzione di questo frumento prima che tutte le future generazioni diventino intolleranti al glutine”.
Un allarme importante, quello lanciato dal professor Pecchiai, che però evidentemente si scontra con interessi economici forti.
Intervista al prof. Pecchiai
Qui di seguito vi riporto una breve intervista del prof. Luciano Pecchiai in cui ci illustra la sua personale riflessione sulla modificazione del frumento e sulla necessità di fare un “passo indietro” ritornando a coltivare e consumare grani antichi.
Estratto da: dietagrupposanguigno.it
Nicola SALVATORE
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