La CIPOLLA BIANCA PIATTA di Fara Filiorum Petri
Posted on 11 agosto 2016
Festeggiata per l’11° volta nei giorni scorsi (come ormai d’abitudine nel primo fine settimana di agosto), dalla Pro Loco e dai Produttori della Cipolla piatta bianca di Fara Filiorum Petri. Nonostante fosse da sempre uno dei prodotti più importanti di Fara Filiorum Petri, nel tempo si era persa la coltivazione della varietà originaria. Soltanto recentemente, dopo numerosi tentativi e tanta fatica, i contadini locali sono riusciti a recuperare il seme grazie all’ultimo coltivatore che ancora la custodiva.
Ecco quindi pronto il Presidio Slow food insieme al Gal maiella Verde a sostenere questa attività per riscoprire e promuovere questa antica varietà, aumentando gradualmente le quantità prodotte e recuperando i terreni alluvionali e ricchi di acqua del comune di Fara Filiorum Petri.
Il disciplinare di produzione prevede di gestire la coltivazione in modo eco-sostenibile, senza diserbo chimico, fertilizzando il terreno con letame e intervenendo con tutte le precauzioni agronomiche per ridurre gli attacchi parassitari senza ricorrere ai trattamenti chimici.
Il comune di Fara Filiorum Petri ha una storia antichissima, testimoniata dal particolare toponimo di origine longobarda, che significa “terra dei figli di Pietro”. Si trova nel cuore dell’Abruzzo, alle porte del Parco della Majella, ed è attraversato da tre fiumi, tra cui il Foro, che dà il nome alla Val di Foro, di cui Fara Filiorum Petri è il centro principale.
La cipolla bianca, nei secoli, è diventata il prodotto identitario del paese oltre che una risorsa importante per la sua economia: non a caso viene festeggiato ogni primo fine settimana del mese di agosto.
Detta anche piattona, la cipolla bianca di Fara Filiorum Petri ha forma piatta, colore bianco, sapore dolce e aromatico. Già nel 1300, i monaci del locale convento di Sant’Eufemia coltivavano nei loro orti una cipolla particolare, per forma e sapore.
Nel tempo, questa varietà si è adattata perfettamente ai terreni argillosi del posto, al punto che i contadini di Fara erano indicati con l’appellativo di “cipollari”.
Tradizione vuole che la particolare forma schiacciata sia legata alla grande quantità di acqua di cui necessita: gli agricoltori, infatti, raccoglievano l’acqua con una pala e la versavano sulle cipolle per non farle mancare il giusto apporto idrico e proprio la violenza del del getto avrebbe causato l’appiattimento dell’ortaggio e il suo maggiore sviluppo in larghezza.
Il cipollotto e la cipolla da consumare fresca vengono normalmente venduti in mazzi mentre le cipolle da serbo sono vendute in trecce o singole.
La cipolla bianca di Fara Filiorum Petri si può mangiare sia cruda, in insalata che cotta come accompagnamento dei piatti a base di fegatini, o ancora arrostita sulla brace, sotto il coppo (un apposito coperchio da apporre sulla griglia). È tra gli altri, l’ingrediente principale della cipollata, un piatto tradizionale a base di cipolle appena raccolte e cotte a lungo in un tegame di coccio, fino a quando diventano morbide e dolci.
Stagionalità: Si raccoglie nel periodo estivo, è disponibile per il consumo dalla fine di luglio.
Fonte: Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus
Altre Pizze sulle quali utilizzo la Cipolla Bianca piatta di Fara F. Petri, le potrete vedere sulla pagina Face book della Pizzeria gli “Artigiani della Pizza -Chieti Scalo”
Prima di Salutarvi nell’auspicio che l’articolo sia stato di vostro interesse, sono lieto proporvi questo canto popolare abruzzese, dedicato proprio a questo tipico prodotto regionale:
Nicola SALVATORE
Se vuoi saperne di più sull’argomento o sui miei CORSI DA PIZZAIOLO. CLICCA QUI.
Se hai trovato l’articolo interessante ed hai piacere di condividerlo o mettere un “mi piace” sulla mia pagina facebook, CLICCA QUI’.
Got something to say?