L’Abolizione dei voucher per la ristorazione e i pubblici esercizi, mette a rischio molti posti di lavoro.

Posted on 31 marzo 2017

Se già prima era difficile trovare personale extra, soprattutto nei settori ristorazione e pubblici esercizi, figurarsi nella situazione attuale dove questi ultimi si trovano costretti a confrontarsi con il vuoto normativo creatosi con l’abrogazione dei voucher e la mancanza di qualsiasi altro strumento per regolamentare i cosiddetti Mini-Job.

“Qui non si tratta di essere a favore o meno dei voucher, commenta Franco Brogi, neo-eletto Presidente Fiepet Confesercenti, “qui il tema è quello di mettere comunque in condizione le aziende del nostro settore, chiamate il più delle volte a gestire picchi di lavoro a seconda della stagione e anche del giorno settimanale, di continuare ad esercitare la propria attività in questo periodo (speriamo breve e transitorio) che coincide con il passaggio tra vecchio e nuovo regime normativo.

Il problema non è il costo del lavoro, e neanche il complesso dei diritti del lavoratore; si tratta di un problema legato ai tempi della burocrazia che sono molto più lenti rispetto a quelli delle nostre attività“. “In altre parole”, continua Brogi, “come devo fare se, nel fine settimana o in concomitanza di alcuni eventi particolari (cerimonie, partite, festività, ecc) ho bisogno di ricorrere in modo flessibile all’uso di personale qualificato?”

“Ci si rende conto che già in un momento complicato per le imprese e il mondo del lavoro si pone un ulteriore freno a chi semplicemente vuole portare avanti la propria attività?, conclude Brogi. Chiara la posizione di Confesercenti, enunciata più volte, in questi giorni sul tema: “gli abusi vanno certamente identificati e contrastati, ma auspicavamo e auspichiamo ancora una riforma che tenga conto dei reali bisogni delle imprese e dei lavoratori.

Il lavoratore medio, nel 2016, grazie ai voucher ha guadagnato non più di 600 euro lordi. Somme lontane dalle remunerazioni che si ottengono attraverso un lavoro continuativo, e che infatti sono state percepite per due terzi da persone con altra fonte di reddito.

Cancellare i buoni lavoro, completamente o parzialmente, non vuol dire solo danneggiare le imprese, ma togliere a queste persone un’occasione di guadagno. E comunque, se si vogliono evitare ulteriori danni, è necessario che il vuoto normativo post-voucher venga colmato al più presto, con provvedimenti che possibilmente tengano conto delle necessità, in termini di flessibilità e costo del lavoro, anche e soprattutto delle piccole e medie imprese.

Fonte: Ufficio Stampa Confesercenti

Io nel mio piccolo proverò nel prossimo articolo a dare qualche personale suggerimento  sia agli uni che agli altri. Nell’attesa non posso che rivolgervi l’invito a professionalizzarvi, il più possibile, nelle mansioni di vostra competenza o a cui aspirate, senza difettare di fantasia, così come suggerisce il buon Monty, tra gli altri, anche agli aspiranti pizzaioli!

 

Nicola SALVATORE

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