Pizza & Festività Natalizie
Posted on 26 dicembre 2016
Anche se in leggero ritardo vengo con questa carrellata di Pizze e novità natalizie a farvi i migliori auguri di Buone Feste … a modo mio …!
Voglio iniziare per giusto rispetto da Napoli e dintorni… con questa bella “Pizza maritata”
Metà pizza, metà minestra maritata, quasi fosse una creatura mitologica. E’ la nuova creazione di Natale del giovanissimo Simone De Gregorio, 22 anni, da poco approdato al forno di Johnnytakeué di Aversa, che ha realizzato per appunto, la pizza maritata utilizzando scarola, scarolina, broccoletti, cicoria.
«Abbiamo pensato — dice — di sdoganare la pizza dalle tavole di Natale. Oggi che c’è una attenzione sempre crescente alla scelta degli ingredienti, alla provenienza , i tempi erano maturi per abbinare alla classica pizza di scarole qualcosa di diverso».
Insomma, due classici napoletani che promettono davvero bene insieme.
Fonte: Grande Napoli
Per poi passare ad un grande classico della pizza napoletana, che ben si adatta alle festività, (cosi come un po anche noi abruzzesi facciamo con le “screppelle” o “crustoli” che dir si voglia, ma di cui vi parlerò prossimamente con un apposito articolo ad essi dedicato…!
La pizza di cui voglio parlarvi è quella fritta come piatto principe della tavola di Natale che si affianca ai grandi classici della tradizione. E perché no se la ricetta è quella originale di Gino Sorbillo, l’artista napoletano discendente da una famiglia di 21 figli, tutti pizzaioli. La cui pizzeria di via dei Tribunali a Napoli è una tappa obbligata per i turisti e un piacere per i napoletani.
In questo link trovate anche la sua video-ricetta, dove chiunque potrà mettersi alla prova con un garnde classico dello street food napoletano.
Ma di Gino riportiamo anche la notizie del suo albero della pizza rubato…
eh, si proprio così… l’albero della pizza ideato da Gino Sorbillo che lo stesso aveva posizionato a ridosso della sua storica pizzeria del centro storico, in via dei Tribunali”, è stato rubato proprio a ridosso delle festività. A darne notizia sono il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza, i quali ricordando che “l’albero di Natale era addobbato con luci e con palline trasparenti in cui c’erano gli ingredienti base della pizza napoletana a cominciare dalla farina, dai pomodorini del Vesuvio, dal basilico della Piana del Sele e dall’Acqua di Napoli”.
Il pizzaiolo Gino Sorbillo, però, informa ancora Borrelli, “non si dà per vinto e pensa di installarne un altro, per dimostrare che non ci arrendiamo alla violenza delle baby gang”. L’albero, dice infine Borrelli, “aveva anche un fine istruttivo”, “unico nel suo genere, infatti, illustrava gli ingredienti di quella pizza che ha permesso al Governo di candidare l’arte dei pizzaioli napoletani a entrare nel patrimonio mondiale dell’Unesco”.
Ma un primo riscatto per così dire a questo inconsulso gesto… viene da un’altra storia napoletana, e ci viene dalla Pizzeria Haccademia di Terzigno.
All’apparenza sembrano pizze come tante altre tipo l’apperentemente semplice “montanara” immersa in un mare di pomodoro e abbellita da tre foglie di basilico. In realtà dietro l’impasto cotto a legna e la mozzarella tagliata a cubetti c’è molto di più. C’è la storia della prima pizza anti-camorra al 100% mai cucinata in Campania. Si chiama pizza “Radio Siani”.
E’ la risposta alle ecomafie, ai clan, alla malavita che ci fa mangiare pane e veleno. Sulla curva dell’impasto c’è un pomodoro che si chiama “riccia di San Vito”. Non è un pomodoro come un altro, sia perché si tratta di una varietà in via d’estinzione, sia perché il suo frutto nasce su un terreno confiscato alla camorra. Un campo che per anni è stato in mano ai boss, attorno a una mega-villa da film. A produrlo – da qui il nome della pizza – sono i ragazzi della cooperativa sociale Giancarlo Siani che tra l’altro gestisce anche la radio anti-clan che abita nella casa confiscata al boss, Giovanni Birra.
Da qualche giorno la pizza anti-clan nata in nome dell’eccellenza è finita sul menù dell’Haccademia di Terzigno, la famosa pizzeria gestita dal Aniello Falanga.
L’idea di creare una “portata” che portasse il nome della coop intitolata al giornalista ucciso dalla camorra è stata proprio di Falanga. Ma la pizza “Radio Siani” non è solo un piatto, è una storia che prende a morsi la malavita, raccontando che a volte i buoni e il buono possono vincere.
«La pizza Radio Siani – afferma il presidente della cooperativa, Giuseppe Scognamiglio – rappresenta il simbolo della filiera della legalità. Con questa pizza non solo si porta a tavola la storia dell’Antimafia sociale legata al nostro progetto, ma con la produzione del pomodorino si porta su quella pizza anche la valorizzazione del lavoro dei giovani nei campi confiscati alla camorra. E’ importante ribadire che su questi terreni sottratti alla malavita si riesce a dare lavoro e fare un a produzione di qualità all’altezza della tradizione contadina della nostra zona. Ringrazio il maestro pizzaiolo Falanga per averci dato questa possibilità. Questo è anche il trionfo del lavoro della rete».
Nei giorni scorsi, assieme ai commercianti dell’antiracket, i ragazzi della coop Siani hanno anche lanciato il “pacco” anti-camorra, un cesto di eccellenze messo insieme tra i prodotti coltivati nei terreni confiscati e le bontà realizzate da chi, in questi anni ha dichiarato guerra al pizzo, denunciando la camorra. Nel cesto c’è anche il “pizzino”, il barattolo di pomodoro realizzato con la “riccia di San Vito”. Oggi più che mai il simbolo dell’eccellenza che non si piega alle ecomafie.
Ciro Formisano – Metropolis Web
E fin quì diciamo, che abbiamo dato un adeguato risalto a storie di pizza e napoletanità, verò e proprio emblema della pizza stessa in ogni occasione, compresa il natale, senza naturalmente voler fare torto a nessun altra realtà italiana, di cui magari mi occuperò in qualche altra occasione… ma ora è il momento di raccontarVi anche qualcosa di mio e di abruzzese al riguardo del titolo di questo articolo…
… e lo faccio con un’unica mia “classica” pizza natalizia… La Stella di Natale all’abruzzese, (che è proprio il caso credo di dire, che avete potuto ammirare nella foto in copertina, nella sua particolare forma a stella), che vede protagoniste le due Ventricine abruzzesi, quella teramana e quella vastese, con il loro caratteristico colore rosso, che fa già molto Natale, insieme alle scaglie di Pecorino abruzzese semi-stagionato, candida e saporita neve, ed a finire con della rucola selvatica a simboleggiare un po il verde degli alberi di Natale … e così il quadro è bello che completo…!
E con questo Vi rinnovo il mio più Cordiale Augurio di Buone festività natalizie… ricordandovi che per qualsiasi suggerimento necessitiate per la realizzazione di particolari pizze a tema, o quant’altro del genere, sarò ben lieto di offrirvi tutta la mia assistenza.
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