Se è tanto bravo a fare il consulente, perché lo fa ancora?
Posted on 14 giugno 2018
Ogni tanto mi rimbalza una domanda che recita più o meno così:
“Ma se è tanto bravo a fare il consulente, perché fa ancora il consulente?”
Gli stessi che fanno questa domanda, spesso si trovano però a dover rispondere ad un’altra domanda:
“Ma se è tanto bravo a fare quello che dice, perché fa ancora il formatore ?”
Ringraziando l’autore/ispiratore di questo articolo mister Luca Lixi …
… suggerisco quindi una risposta ad entrambi, perché anche quest’ultima è una domanda stupida.
In inglese, esiste una espressione chiamata “Skin in the game“, da cui è stato tratto anche un libro.
Al mondo, esistono persone che hanno la loro pelle (il loro sangue, che in italiano rende meglio) nel gioco.
E altre che non ce l’hanno.
Mettere il proprio “sangue nel gioco” significa assumersi la responsabilità su ciò che si dice e che si fa.
“Su ciò che si fa”, ho detto.
Per assumersi responsabilità, infatti, bisogna “fare”.
E l’unico modo di “fare” qualcosa è vendere qualcosa.
Avere un’impresa, per allargare il cerchio e spiegarmi meglio.
Le opinioni si possono e si devono avere, certo.
Ma sinché non diventano qualcosa di concreto, qualcosa da vendere, valgono tanto quanto tutte le opinioni.
E il valore delle opinioni tende a zero, soprattutto per quelle espresse senza responsabilità.
Chi non vende nulla, ma vende opinioni, non sta versando il proprio sangue nel gioco.
È fuori dai giochi. Non è neppure in panchina o in tribuna. Non pervenuto.
È proprio fuori, come i centomila c.t. italiani che, la domenica dal divano, sparano opinioni su allenatori e giocatori.
La responsabilità di chi versa il proprio sangue nel gioco, creando un’impresa e vendendo qualcosa, è la responsabilità del fallimento.
Al mercato non interessa se la tua idea è giusta o sbagliata.
Sarà il mercato (chi decide di comprare o no, dandoti fiducia) a decretare il successo o il fallimento di un’impresa.
Ma non deve sembrare che questo giustifichi le persone senza scrupoli, che vendono robaccia sapendo che è robaccia.
Io ho totale fiducia verso il mercato, e sono quindi sicuro che il ciarlatano viene sbattuto fuori dal mercato nel lungo termine.
Per chi invece è fuori dal gioco, ma reputa invece di poter dire la sua, la domanda è simile a quella che ha reso celebre Fassino:
“Se pensi di essere così bravo, perché non entri in gioco?”
Recentemente abbiamo poi visto com’è finita !
La risposta potrebbe essere una tra le seguenti:
– perché non ho voglia
– perché non ne ho avuto l’opportunità
– perché non ne ho bisogno.
La più stupida è l’ultima, e si ricollega alla domanda iniziale:
“Ma se è tanto bravo a fare il consulente, perché fa ancora il consulente?”
- Federer ha bisogno di giocare a tennis per soldi?
- Un luminare della scienza ha bisogno di pubblicare sino a 90 anni per soldi?
- Un avvocato di altissimo livello ha bisogno di esercitare anche dopo l’età pensionabile per soldi?
- Jeff Bezos o Elon Musk hanno bisogno di continuare a fare gli imprenditori per soldi?
Non potrebbero tutti ritirarsi e vivere di rendita, sorseggiando mojito in riva al mare alle Maldive sino alla fine dei loro giorni?
Diffida quindi da chi non sta versando il suo sangue nel gioco e si limita a fare l’intellettuale snob e radical-chic.
Le sue opinioni non pesano nulla e non migliorano di un millimetro la realtà di nessuno.
Got something to say?