Settembre: i Pastori d’Abruzzo e Gabriele D’Annunzio lungo le Vie del Tratturo.

Posted on 2 settembre 2017

La poesia I pastori (a volte indicata come I pastori d’Abruzzo) fa parte dell’ultima sezione di Alcyone, intitolata Sogni di terre lontaneAlcyone è il terzo libro delle Laudi di Gabriele D’Annunzio: venne pubblicato per la prima volta nel 1903, racchiudendo le liriche composte tra 1899 e il 1903, per un totale di 88 poesie. Secondo i critici, si tratta del momento più alto della lirica dannunziana: il poeta tralascia il tema del superuomo per dedicarsi alla celebrazione della natura.

Alcyone, infatti, è il racconto di diversi momenti di una vacanza estiva, trascorsa in Versilia con l’amata attrice Eleonora Duse, che viene qui chiamata Ermione. La raccolta si divide in cinque sezioni, che descrivono la primavera fino all’arrivo dell’autunno. Le liriche sono piene di elementi musicali, suggestioni e sensazioni dello stato d’animo del poeta, ottenuti con una sapiente disposizione di rime e assonanze.

I pastori: la poesia

La lirica I pastori d’Abruzzo appartiene proprio alla parte conclusiva dell’opera e descrive quindi l’arrivo dell’autunno. L’estate è ormai giunta al termine: settembre porta con sé tanta malinconia, che spinge l’autore a desiderare di ritornare nei luoghi della sua infanzia e nel mondo arcaico della regione Abruzzo, che viene descritto in questa poesia.

I pastori, nel mese di settembre, ricominciano l’antica usanza della transumanza e portano i greggi a pascolare verso la Puglia. L’autore celebra questi gesti antichi come se fossero sacri e li riconduce ad un’unione con la natura che si ripete ogni anno.

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?
Gabriele D’Annunzio


In questo video come nella foto sopra un personale tributo a due personaggi per me emblematicamente rappresentativi della vita pastorale abruzzese attuale, di cui vi parlerò in maniera più dettagliata nei prossimi articoli, così come approfondirò anche la tematica dei formaggi abruzzesi in modo molto più specifico e approfondito.

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(Questa mia foto sopra con un mix di caciotte e topini decorativi di ravanelli, è stata fatta dall'amico Santino Strizzi nell'Agosto 2011 in occasione di "DEGUSTA" (nota rassegna di prodotti agroalimentari ideata da Agricoltura Oggi) a Santo Stefano di Sessanio - AQ, dove io ero presente con un mio Pizza-stand insieme alla mia dolce metà e mia figlia ancora piccolina ma già fuggiasca.)

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