Vuoi aprire una Pizzeria al Taglio e da Asporto e non sai come e cosa fare ? Scopriamo insieme le diverse modalità e soluzioni !

Posted on 3 aprile 2018

Tante domande … un’unica risposta ! Almeno per iniziare; imparare a fare bene la pizza e su questo non vi sono dubbi, cosi come ho già avuto modo di scrivere in altri precedenti articoli.

Che non significa necessariamente dover imparare a fare poi il pizzaiolo, (cosa ben diversa), ma che non è comunque ne necessaria ne vietata, specie se siete ancora molto  giovani ed abbiate velleità imprenditoriali! Se vuoi approfondire subito questo IMPORTANTE aspetto iniziale puoi collegarti sia al link evidenziato sopra che a questo; PRIMO STEP DEL PIZZAIOLO.

Assodate le tue ambizioni professionali ed imprenditoriali, passiamo a vedere: Cosa fare e cosa sapere, dove cercare, quali Step e con quali risorse APRIRE UNA PIZZERIA?

Qui di seguito ti do 5 Utilissimi Consigli generali + qualche suggerimento, relativo al (3° Step del Pizzaiolo).

Innanzitutto, bisogna partire da un’idea ben chiara del tipo di attività che si vuole intraprendere: si può optare per una pizzeria al taglio e da asporto oppure per una pizzeria al piatto, ossia un locale completo di tavoli e sedie per il consumo sul posto.

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Nel primo caso i costi iniziali saranno più contenuti in termini  di affitto del locale e di acquisto delle attrezzature necessarie. Una pizzeria d’asporto richiede, infatti, un locale di pochi metri quadri sovente allestito con un forno elettrico.

Serviranno poi ovviamente tutte le necessarie capacità imprenditoriali, di cui vi ho fatto un puntuale elenco in questo articolo, insieme, sia sottinteso a ingredienti di prima qualità, personale competente e qualificato.

Per aprire un locale attrezzato al consumo della pizza al piatto c’è bisogno invece di spazi grandi da allestire con tavoli e sedie. In alcuni casi è possibile usufruire anche di spazi esterni, sotto concessione del comune, da utilizzare nei mesi estivi.

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In entrambi i casi, i locali devono avere precisi requisiti strutturali che rispettino le principali regole igieniche e urbanistiche.

Per questo motivo è necessario ottenere un’autorizzazione sanitaria rilasciata dall’Asl di appartenenza, insieme a diverse altre incombenze, (che possono variare per alcune specifiche da zona a zona, anche se vi è una normativa nazionale), per cui sarà bene farvi seguire in questo iter fin da subito da un bravo consulente.

Ma torniamo ora ad analizzare nello specifico, cosa e come fare per APRIRE UNA PIZZERIA AL TAGLIO:

Prendetevi tutto il tempo necessario a riflettere e a valutate ogni cosa con attenzione. Si tratta di un progetto che presenta delle evidenti affinità con quello che riguarda l’apertura di una pizzeria al piatto, ma che (come abbiamo in parte già visto) è abbastanza più semplice da realizzare. Perché, per esempio, non implica la necessità di assumere dei camerieri che servano ai tavoli.

Ma cos’è in realtà una pizzeria al taglio? Un locale (come ho già detto, anche di piccole dimensioni) dove i clienti possono comprare tranci di pizza che pagano al pezzo o a peso. Un esercizio che, anziché puntare sulla vendita delle tradizionali pizze rotonde da servire al tavolo, scommette sulla commercializzazione di porzioni più piccole. Che, sempre più spesso, vengono preferite da passanti e avventori, alla ricerca di un pasto saporito e veloce da consumare.

Assunto, dunque, che l’apertura di una pizzeria al taglio può considerarsi un’idea vincente, resta da capire cosa sia opportuno fare per partire col piede giusto.

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Occorre, come sempre, prestare la dovuta attenzione alla scelta del posto e della zona: aprire un’attività in una strada trafficata, in prossimità di uffici, negozi, scuole, stazioni o fermate degli autobus non potrà che giocare a vostro favore.

Mentre al contrario, alzare la saracinesca in una zona bassamente popolata potrebbe rivelarsi un terribile “passo falso”. Il locale non deve essere necessariamente spazioso, ma stando al parere degli “addetti ai lavori”, è consigliabile disporre di almeno 40/50 metri

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E veniamo agli aspetti più pratici: cosa serve per “attrezzare” una pizzeria al taglio? Inutile dire che, per quanto piccolo possa essere, è bene che il vostro locale venga arredato con gusto. E che tutto trasmetta un senso di ordine e di pulizia. Quello che non può certo mancare è un bancone vetrina in cui devono essere esposti i vari tranci di pizza, mentre nel retrobottega devono essere sistemati tutti gli strumenti, i macchinari e gli utensili necessari a farvi sfornare la pizza più buona del quartiere.

Si parte, ovviamente, dal forno e si prosegue con la macchina impastatrice, l’armadio ferma-lievitazione, il tavolo da lavoro refrigerato, il frigorifero e tutti gli altri “attrezzi del mestiere”.

Se si dispone di sufficiente spazio al di là del bancone, si suggerisce, inoltre, di dotare il locale di qualche tavolo e qualche sedia. O di sistemare qualche sgabello al di sotto delle mensole fissate al muro, per consentire ai clienti di consumare seduti i tranci di pizza fumante.

Nessuna pizzeria al taglio può, però, sperare di andare lontano, senza l’apporto di un valido pizzaiolo. Che farà bene a scommettere sulla qualità delle materie prime da utilizzare e sulla proposta di prodotti e preparati che si muovono tra la tradizione e l’innovazione.

Per sbaragliare la concorrenza (che è agguerritissima), bisogna distinguersi dal gruppo, proponendo basi integrali e impasti speciali. E sfornando pizze farcite con ingredienti particolari, capaci di sedurre anche i palati più esigenti.

Per quanto riguarda tutti gli aspetti burocratici, il primo step, inutile ribadirlo è opportuno affidarvi ad un bravo commercialista che provvederà all’apertura di una Partita Iva e l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.

Bisognerà poi fare richiesta della Scia (Segnalazione certificata inizio attività) al Comune e ottenere tutti i permessi dell’Asl che attestano l’idoneità igienico-sanitaria del locale.

Basta così? Non proprio: chi aspira ad aprire una pizzeria al taglio, deve essere in possesso della certificazione Haccp (che riguarda il controllo, la qualità e la sicurezza degli alimenti) e di quella Sab (che riguarda la somministrazione di alimenti e bevande). Entrambe le certificazioni possono essere conseguite, a conclusione di un corso organizzato da uno dei tanti enti accreditati e autorizzati a farlo.

E chiudiamo col capitolo costi: l’investimento iniziale si aggira, secondo quanto riferito dagli operatori del settore, intorno ai 30/40 mila euro; ma io vi consiglio di destinare anche un adeguato budget per il marketing e la comunicazione. (La pubblicità).

Si tratta quindi di una cifra relativamente bassa, a fronte degli ampi margini di guadagni esistenti. Che, secondo i soliti “beninformati”, potrebbero farvi “ammortizzare” le spese iniziali nell’arco di un paio di anni.

L’idea vi alletta sempre più? Non resta che predisporre un dettagliato business plan (per specifici consigli in merito potete chiedermi quì) e lanciarsi, con entusiasmo, nell’impresa.

Ricordandosi che a fare la differenza sarà non solo la qualità della pizza sfornata e la cortesia dimostrata nell’accogliere e servire i clienti, ma un buon piano strategico di marketing, che non potrà prescindere da un approfondito studio della materia, affidandosi nel contempo ad aziende di comprovata esperienza tecnica di settore.

Fonti integrative: biancolavoro.it


Nicola SALVATORE

dall’Abruzzo con Amore!

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